Il ruolo delle fughe è fondamentale per quanto riguarda sia il lato estetico che funzionale di un pavimento. Nello specifico si tratta di spazi creati necessariamente tra le piastrelle o tra un mosaico, la cui dimensione dipende dalle necessità dell’abitazione presso cui si effettuano gli interventi. Quando si effettuano opere di ripristino bisogna scegliere la tipologia di rivestimento e pavimento da impiegare. Tutto ciò che andrà a definire l’intervento caratterizzerà pure la modalità con cui si interverrà sulle fughe.
Non appena si intraprende la fase della posa, in sinergia con il posatore, si stabilisce la modalità attraverso la quale si andrà a posizionare le piastrelle. Il passaggio successivo sarà di verifica dello stato del massetto: questo dovrà essere privo di macchie, pulito e di perfetta uniformità. Poi, si stabilirà quale sarà lo spessore delle fughe: questo dovrà essere proporzionato alla dimensione delle mattonelle; una volta stabilito ciò, si stabilisce il collante adatto per la messa in posa ed in conclusione la tipologia di sigillante ed il colore.
Qual è l’utilità di una fuga
Apparentemente la loro funzione può sembrare banale ma in realtà non è cosi. Queste hanno un ruolo ben preciso: in primo luogo, fanno sì che eventuali differenze di dimensioni fra le varie piastrelle risultino il meno influente possibile; esiste, infatti, una tollerabilità massima consentita per quanto riguarda il dislivello tra le varie piastrelle, però più una fuga è larga e meno impattante sarà la differenza delle piastrelle.
In secondo luogo, le loro caratteristiche sono utili per ridurre la rigidità tipica dello strato di rivestimento: in questa maniera si limita la possibilità che sorgano eventi di compressione del rivestimento che tendenzialmente vengono causati da lievi inflessioni della soletta.
In sintesi, le fughe sono utili a offrire una continuità sulla superficie piastrellata e diventano, insieme a questa, un tutt’uno e fanno in modo tale che la superficie sia resistente sotto ogni punto di vista.
La posa delle piastrelle e i rivestimenti: tutto ciò che c’è da sapere
In campo edile la posa delle piastrelle segue due metodologie: a giunto minimo oppure a giunto aperto. La prima situazione citata prevede la presenza di mattonelle aventi bordi modificati mediante un particolare procedimento, in modo tale da rendere il pavimento omogeneo, escludendo ogni possibilità di distacco delle stesse. Nel secondo caso, invece, si parla di una posa utilizzata con la presenza di fughe aventi un’altezza maggiore di due millimetri: le piastrelle in questione presentano bordi che non hanno subìto variazioni e questa modalità sottolinea gli intervalli presenti tra i diversi elementi.
Spesso si sceglie di utilizzare una fuga più stretta perché convinti che questa sia inospitale per germi e batteri; in realtà, è l’esatto contrario: più sono strette e più sarà difficile mantenerle pulite ed igienizzate.
Come vengono riempite le fughe
Esistono in campo edilizio degli “impasti” utilizzati per colmare gli spazi generati attraverso le fughe. Essi si distinguono in:
- cementizio,
- epossidici,
- monocomponenti.
Le prime vengono utilizzate in situazioni tipo cucine, terrazzi, piscine e via dicendo. Le seconde sono impiegate in quei contesti dove l’igiene deve regnare sovrana, come ad esempio nelle industrie alimentari. Le terze, infine, sono malte con effetto impermeabilizzante, capaci di proteggere le fughe dall’umidità.
Per quanto riguarda le tonalità, si può scegliere tra bianco oppure colorate.