Quando si opera la demolizione di un appartamento o di un intero edificio i prodotti di rifiuto tendono a mischiarsi gli uni con gli altri, senza offrire così la possibilità di un riciclo futuro, importante sia a livello economico che ambientale.
Proprio in questa ottica nasce l’idea della demolizione selettiva, che sta prendendo sempre più piede in Italia e offre indubbiamente una serie di utili vantaggi già al momento della distruzione dello stabile. Consente infatti di ottimizzare i tempi e rendere il lavoro molto più sostenibile e moderno.
La maggior parte delle volte questa tecnica viene applicata a seguito di microdemolizioni residenziali, più raramente invece è selezionata per grandi lavori di rifacimento e ristrutturazione.
L’auspicio è che un numero crescente di imprese possa capirne l’importanza per il comparto lavorativo e per l’impatto sul territorio, investendo le proprie risorse nell’attuazione di questa pratica.
Cos’è la demolizione selettiva
Quando si parla di radere al suolo un edificio o parte di esso, l’operazione deve essere programmata nei minimi dettagli, per evitare di arrecare disagi a cose e persone collocate nelle aree circostanti.
Lo stesso discorso potrebbe però essere fatto con i rifiuti che si generano dalla distruzione della muratura, che dovrebbero essere separati fra loro per favorire il riciclo dei materiali da rimettere nel ciclo produttivo.
La separazione si basa su un criterio di frazioni omogenee talvolta si tende a ignorarla perché presuppone dei costi maggiori di gestione e di manutenzione.
Serve infatti un team apposito che si occupi della rimozione e segua quelle che sono delle regole estremamente precise fissate dalla legislazione in merito.
Un monito in tal senso è giunto addirittura da Bruxelles, che ha posto l’attenzione sulla sostenibilità del settore edile all’interno di un mondo che sta cercando di recuperare una visione più rispettosa dell’ambiente che lo circonda.
Sarebbe impensabile pensare di continuare a smaltire i rifiuti senza porre alcuna attenzione alla possibilità di un loro riutilizzo, poiché molte materie prime stanno iniziando sempre più a scarseggiare e potrebbero non essere più reperibili in futuro se non si comincia a operare con responsabilità.
I cosiddetti rifiuti da demolizione, chiamati C&D, costituiscono infatti il 10-30% dell’occupazione delle nostre discariche, che talvolta non sopportano più il peso di una mole così ampia e continua di prodotti di scarto, abbandonati al loro destino e spesso causa dell’inquinamento del terreno e dell’aria.
Lo scopo della demolizione selettiva è appunto quella di separare i materiali che possono essere inseriti nell’ambito del riciclo dalle sostanze inquinanti, in modo che la macchina possa procedere in maniera fluida e l’ambiente sia preservato da uno sfruttamento incontrollato.
Gli obiettivi
Andando ad incentivare questa pratica le aziende del settore si pongono come scopo quello di valorizzare i prodotti di scarto derivanti dalla demolizione, andando a creare un composto riciclato di valore anche superiore a quello iniziale.
Allo stesso tempo viene eliminata tutta la componente inquinante, ponendo maggiore attenzione all’ambiente circostante e al territorio nel quale si vive.
Certamente i costi sono superiori e i tempi di smaltimento più lunghi, ma i benefici potranno essere riscontrati già nel breve medio termine, aumentando notevolmente a lungo andare nel tempo. Si tratta di perseguire il criterio della responsabilità e del rispetto del contesto nel quale si agisce.